Sembra ieri che ho dato vita al sito, eppure sono già passati tre anni. Nessuna dissertazione sul tempo che trascorre troppo velocemente, questo è un sito di freelance con il sorriso sulle labbra, piuttosto qualche curiosità su come lui è nato e io sono cresciuta.

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Il pezzo l’ho scritto per il blog di Twago e mi ha dato la possibilità di ricordare come tutto è nato, sito e professione…

“Il fatto è che ci hanno insegnato che lavorare significa uscire di casa, buttarsi nel traffico, arrivare in ufficio già arrabbiata, e perché no, sedere accanto a colleghi che se incontri per strada, meglio far finta di non vederli.

Io a 29 anni ho deciso che lavorare poteva voler dire altro, ma farlo comprendere a tutti è stato difficile.

Mi chiamo Claudia e sono una scrittrice sempre online, per dirla in lingua d’oltre mare sono una web content, creo contenuti e vivo di parole, sono una freelance e amo il mio lavoro.

Non è sempre stato così, non ho sempre saputo che “da grande” avrei fatto la creativa libera, nemmeno ci speravo, perché i sogni sono una cosa, la realtà delle volte è un’altra.

Credo d’aver capito che il mio futuro lavorativo sarebbe stato non esattamente convenzionale qualche mese dopo aver strappato all’Università di Cagliari una bella laurea in lettere moderne con tanto di lode. Insomma, non che laureati in Italia ce ne siano pochi, ma non credevo che qualcuno, durante un colloquio, mi consigliasse di nascondere il fatto che facessi parte del mondo dei dottori, che forse avrei avuto più chance da semplice diplomata in Ragioneria.

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Da non crederci, mi sono detta, ed infatti non ci ho creduto e ho proseguito con la mia ricerca, solo che ho iniziato a cercare quel che davvero avrei voluto fare… tanto non lavorare per non lavorare. Ho aperto la pagina di quel motore di ricerca che a breve sarebbe diventato uno dei miei migliori amici e ho digitato “scrittrice”. E’ stata letteralmente una rivelazione scoprire che qualcuno mi avrebbe pagata per scrivere, e lentamente sono scivolata nel mondo degli articolisti, dei blogger e dei writer.

Ho trovato il mio primo cliente online, ho incontrato in rete un editore che ha reputato la mia tesi tanto interessante da volerla pubblicare e ho iniziato a lavorare un po’ dove mi capitava, in biblioteca, al mare, ma soprattutto nella mia stanza, che poi è diventata il mio studio.

Non che all’inizio i guadagni potessero essere chiamati tali, ma sono testarda, il mio primo libro è stato pubblicato, e i clienti da uno sono diventati due, tre, quattro.

E’ stato dopo qualche mese di “attività indipendente” che ho iniziato a chiedermi perché mai in Italia nessuno parlasse di noi, perché sapevo bene di non essere l’unica. E’ nato così esserefreelance.it, il nome prima, il sito poi. Perché d’altronde quello ero, una freelance, e il sito avrebbe dovuto parlare del mio lavoro, che qui, nel bel paese molti svolgono, ma di cui pochi, pochissimi parlano.

Ho trovato con una certa rapidità consensi, perché l’ho pensato come spazio dinamico, in perenne crescita ed evoluzione. In fondo ogni pezzo che scrivo, ogni articolo che inserisco, soddisfa prima una mia curiosità e poi quella di chi lo frequenta. Credo si percepisca che dietro quella pagina c’è una persona qualunque, che vive di periodi buoni, ma che parla anche di quelli meno buoni e che insieme ai propri lettori, creativi liberi anche loro,  cerca il modo per superarli, per affrontare questo mondo lavorativo nel quale il proprio spazio bisogna crearselo da sé, rimboccandosi le maniche.

Serve passione, serve costanza, serve lungimiranza, serve pazienza, ma soprattutto serve capire che non si è mai arrivati, che freelance non si nasce, ma lo si diventa e lo si rimane con fatica.

Far capire agli altri, quelli che vivono di lavori convenzionali, che il mio è pur sempre un lavoro, che non è tutto dolce ma che un tanto d’amaro lo devo ingoiare anche io, che ho i miei orari da rispettare, e che le ferie a me non c’è nessuno che le paghi, è stata dura, non credo d’esserci ancora riuscita totalmente.

Quel che conta è il mio amore per il lavoro che faccio, le belle collaborazioni che ogni giorno stringo, i libri che riesco a pubblicare, gli errori che compio e mi riprometto di non commettere più, i clienti, simpatici o insopportabili che siano, i riconoscimenti e le piccole grandi gratificazioni che ogni giorno arrivano.

In fondo che il mondo lavorativo convenzionale mi abbia chiuso le porte in faccia non è stato un gran male, ho scoperto che ce n’era un altro, più grande, più veloce, più mio che esploro ogni giorno su esserefreelance.it.”

E tu?

Come hai iniziato? Sei ancora online? Sei felice delle tue scelte?

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Per leggere l’articolo su Twago visita questo link

Photo Credit: ~raynsunga

 

 

Di Claudia Zedda

Sono una scrittrice cagliaritana, web content, laureata in lettere moderne con indirizzo socio antropologico, ricercatrice indipendente e creativa cronica. Ho pubblicato due saggi tutti incentrati sulla tradizione sarda (Creature Fantastiche in Sardegna ed Est Antigoriu), un romanzo (L'Amuleto) e oltre ad esserefreelance.it gestisco il sito www.claudiazedda.it, www.bottegakreativa.it e www.koendi.it Visitali per conoscermi meglio!

6 commenti a “Essere Freelance si racconta su Twago”
  1. Io credo che freelance, a differenza di quanto dici, “si nasce” e non “si diventa”. Sono cose che si sentono dentro, quelal indipendenza, qualla faccia tosta, quelal forza di dire no a quello che non ci va bene, senza abbassare la testa. A questo modo credo che esistano due categorie di persone, quelle che sanno di contare su sè stesse (lavorativamente parlando) e quelle che questo rischio non se lo prendono. I freelance, ovviamente fanno parte della prima.

    Bel post, bel racconto.
    A presto!

    Daniele

  2. Grazie Daniele! Quel che conta è che, nati o divenuti, siamo liberi e come ben dici, sappiamo contare su noi stessi!
    A prestissimo e buona serata!
    Claudia

  3. Credo anch’io che free lance si nasca! Ho iniziato ad intraprendere il ruolo di “web writer” ( si può definire in questo modo una persona che scrive comunicati e allo stesso tempo testo per siti? :P) attraverso web agency locali.
    Non son mai stata né mai troppo dipendente né mai free lance…
    Mi sento una via di mezzo ma l’idea di essere free lance non mi entusiasma, sebbene vedo tanti colleghi free…
    Chissà cosa mi riserva il destino…

  4. Grazie Sara per aver condiviso con noi la tua esperienza.

    Personalmente sono dell’opinione che per quanto si nasca con un’attitudine all’indipendenza (il lavoro freelance in fondo è questo), web content freelance si diventi. D’altronde solo con il tempo ho imparato cosa significhi esserlo, e ancora oggi ho tantissima strada da fare.

    Sarebbe interessante fare un sondaggio… 🙂

  5. Ciao Claudia,
    Prima di tutto, complimenti per il sito, finalmente ho trovato qualcuno che parla una lingua che capisco!Io mi sento completamente freelance, la mia idea di lavoro si sposa perfettamente con questa filosofia!! Non mi definisco una content writer freelance perchè ancora non mi sento tale, data la mia poca esperienza, ma finalmente ho capito che è quello che vorrei fare! Ho iniziato praticamente per caso collaborando con un’agenzia spagnola per la quale ho scritto vari articoli ottimizzati SEO. Ho trovato l’annuncio su un sito che conoscerai di certo, freelancer.com. Per il resto faccio fatica a capire veramente come muovermi, come trovare occasioni di lavoro. Puoi darmi qualche consiglio? I vari siti come freelancer.com, scribox.it sono davvero efficaci? Io dopo quella prima occasione non ho più trovato nulla di interessante…Forse la strategia da adottare per lavorare in questo settore è un’altra? Ti ringrazio in anticipo!

  6. Ciao Beatrice,
    ho parlato di questi argomenti in diversi post presenti nel sito, che ti consiglio di consultare.
    Ho lavorato poco con freelancer, più con scribox con il quale mi sono trovata e mi trovo bene. Certo vista la concorrenza accaparrarsi non è una cosa semplicissima, ma non impossibile.
    In bocca al lupo per tutto e naturalmente grazie per essere passata di qui 🙂

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