“Ciao, mi chiamo R. Ho aperto un blog per puro divertimento, voglia di condividere ed evadere dalla realtà e neanche dopo qualche mese mi sono accorta di essere una ‘blogger”, così ho allargato questo piccolo universo anche ai social network e questo mi ha dato piccole grandi soddisfazioni che mai avrei immaginato. Ma veniamo al dunque: ti seguo spesso su twitter e facebook, e devo dire che i tuoi articoli sono sempre molto utili; ti scrivo quindi proprio perché il web è una giungla e tra pericoli e incertezze mi sembri una di cui potersi fidare. Dopo aver letto articoli su copywriter, collaborazioni e paghe, ho riflettuto su quella che è la mia “attività”, e vorrei chiederti cosa ne pensi e se hai qualche consiglio a riguardo.


Dopo pochi mesi dall’apertura del blog infatti, mi fu proposto da un follower di tenere una rubrica sul suo  giornale online, il tutto sempre accompagnato dalle mie foto (che però non devono essere già state pubblicate sul mio blog, quindi una sorta di esclusiva).

Il tutto gratuitamente, e quando ho ricevuto una proposta da un altro giornale online, che mi proponeva anche di condividere gli stessi articoli del primo giornale, senza l’esclusiva delle foto, il direttore del giornale mi ha detto che non era d’accordo e che se avessi voluto condividere gli articoli li avrebbe rimossi dal giornale. Cosi ho deciso di non accettare le condizioni del secondo giornale continuando a scrivere articoli per il primo.

Trovandomi alla prima esperienza, ho accettato questa situazione, ma scoprendo pian piano il web vorrei trovarmi preparata, nel caso di nuove collaborazioni. Non so davvero come muovermi e non so se è il caso di impostare tariffe, sia sugli articoli che sulle foto, e se effettivamente trattandosi di giornali online gli articoli possono essere condivisi. Non so neanche se sia giusto, trattandosi di una collaborazione gratuita, mantenere l’esclusività delle foto. Tu cosa mi consigli? È il caso di rivedere un po’ la mia figura e impostare delle tariffe? O perlomeno delle “regole”? Attendo con ansia una tua risposta! A presto! :)”


Di mail come queste me ne arrivano parecchie ogni mese, proprio per questo mi sono decisa a condividerla: il problema retribuzione e scorrettezza da parte dei “datori di pseudo lavoro” non è assolutamente superato, ed il fatto che i veterani del settore sappiano aggirare i pericoli, non significa assolutamente che i giovani aspiranti web writer siano in grado di farlo. R. addirittura ha rinunciato a una collaborazione che poteva garantirle visibilità perché la rivista online con la quale collaborava l’ha minacciata di cancellare tutti i suoi contenuti e foto, per i quali per altro non aveva pagato nemmeno una lira – euro.

Per me qualcosa di assurdo, ma mettendomi nei panni di B. e ritornando indietro a circa 5 anni fa, io cosa avrei fatto? Beh, io avrei voluto il consiglio da parte di chi consideravo un esperto del settore e quelli che mi sento di dare oggi, non solo a R. ma a tutti i giovani web writer alle prime armi sono questi:

  • il lavoro per essere definito tale è indispensabile sia retribuito. L’unico caso nel quale si può passar sopra alla retribuzione è la palese visibilità che una testata giornalistica o un magazine web può offrire. Per intenderci se il Corriere della Sera ti chiede di buttar giù un piccolo pezzo gratuitamente, per una volta li si potrà pur accontentare a patto che, Corriere o non Corriere, questa non diventi un abitudine. I web writer non vivono di aria fritta o di notorietà. Pubblicare sul Corriere di contro potrebbe condurre, molto presto a nuove collaborazioni ben retribuite;
  • finché non previsto diversamente da contratto, tu sei il legittimo proprietario dei contenuti pubblicati in qualsiasi testata o magazine web: ciò significa che non solo mantieni ogni diritto sul pezzo, ma soprattutto che se hai scritto baggianate, sei tu il responsabile delle tue parole. Naturalmente per correttezza se decidi di pubblicare uno stesso articolo sul sito x e sul tuo blog devi farlo presente alla persona con la quale collabori.  Il web non gradisce i contenuti duplicati: se pretendi correttezza dai clienti, corretto devi esserlo tu per primo;
  • diffida da chi ti propone lavori non retribuiti, sempre e comunque. Capisco che veder pubblicate le proprie parole faccia gola, ma quella del web writer è una professione: privandola del giusto compenso la si priva anche della giusta dignità;
  • se hai deciso che da grande vuoi fare il web writer professionista devi anche fissare il tuo tariffario. Per farti un’idea del giusto prezzo puoi dare uno sguardo a questo articolo.


Detto questo caro web writer alle prime armi l’ultimo consiglio che EssereFreelance ti può regalare è questo: rispettati tu per primo, gli altri dovranno farlo di conseguenza.

Qualche consiglio che vuoi dare a chi è agli inizi? Commenta, commenta!

Photo Credit:  Mike | Creative Mints

@EssereFreelance

Di Claudia Zedda

Sono una scrittrice cagliaritana, web content, laureata in lettere moderne con indirizzo socio antropologico, ricercatrice indipendente e creativa cronica. Ho pubblicato due saggi tutti incentrati sulla tradizione sarda (Creature Fantastiche in Sardegna ed Est Antigoriu), un romanzo (L'Amuleto) e oltre ad esserefreelance.it gestisco il sito www.claudiazedda.it, www.bottegakreativa.it e www.koendi.it Visitali per conoscermi meglio!

1 commento su “Neo web writer: il web come una giungla”
  1. Dipendwe anche di cosa scrivi. Se gli argomenti che tratti in quei giornali on line sono da te conosciuti (di cosa tratta il tuo blog?)o no.Perchè nel primo caso potresti (dico potresti) anche accettare di farlo gratis in cambio di visibilità (il giornale on line ha molto traffico?). Nel secondo caso (argomento sconosciuto)serve studio e approfondimento maggiore e questo va pagato.Quanto? Non meno di 5 euro a pezzo. Altrimenti devi fare la catena di montaggio e sfornare 5/10 articoli al gg. per una miseria. Dopo una settimana fondi.

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