No, non ho mollato: una essere mamma freelance che resiste

Saranno trascorsi due giorni, forse tre, metti anche cinque. Insomma mi sveglio stravolta come al solito, impacchetto la mia dolce Rebecca alla bell’è meglio e mi siedo davanti al pc. Apro la prima mail della giornata: è molto lunga e molto carina. Chi ben comincia…

A scrivermela è Marta che prima di tutto mi chiede: “Ma non avrai mollato anche tu? Mi mancano i tuoi post”.

Mi sono sentita dannatamente in colpa perché è da mesi che non aggiorno il mio blog. Per cui dopo aver risposto a lei rispondo anche a te che magari lo hai pensato ma non me lo hai chiesto.

No, non ho mollato.

In ordine sparso da settembre ad oggi sono successe tutte queste cose:

  • sono diventata zia;
  • ho inaugurato nuove collaborazioni lavorative;
  • è saltato fuori che mia sorella aveva un brutto tumore, è stata operata e ora chi vivrà vedrà;
  • sono entrata a far parte della famiglia igers_sardegna
  • tengo laboratori di cucina sarda che ho scelto di chiamare ricette raccontate
  • sto pensando di farmi un altro figlio, ma non so se sarò in grado
  • sto gestendo con buoni risultati alcune pagine fb che mi stanno assorbendo totalmente
  • ho preso in casa due gatti
  • ci provo ma non riesco a far dieta
  • viaggio la Sardegna in lungo e in largo per presentare i miei libri
  • tengo corsi di scrittura creativa.

Te lo immagini? Confusione allo stato puro. Ma no, non ho mollato, ho solo alleggerito perché altrimenti esplodo. Consapevole del fatto che i casini miei sono i casini di molte altre e molti altri, ho pensato di scriverci un post (grazie Marta per la domanda) che aiuti a vivere periodi di stress senza mollare.

Alleggerisci il carico

Se ti senti una barchetta in mezzo al mare no problem, non sei sola. L’unica cosa che non devi fare è gettare in acqua una bottiglia con dentro un messaggio per chiedere aiuto. Tanto chi usa questa tecnica se la passa sempre maluccio: è diventato vecchio aspettando, o è stato salvato da una botta di culo in extremis.

Puoi fare due cose ben più sagge: alleggerisci il carico e tira su le vele. Se lo vogliamo tradurre in lingua comprensibile a tutti diciamo che alleggerire il carico non significa buttare a mare tuoi figli! Si intende piuttosto rinunciare agli impegni dei quai puoi fare a meno: nel mio caso ho rinunciato a scrivere con regolarità post sul blog. Ci tenevo da morire, ma tanto a breve riprenderò!

Tirar su le vele si può tradurre con un bel lasciati andare e non opporti sempre al vento. Se ad alcune cose devi rinunciare fallo e senza mangiarti il fegato: vedrai che il bel tempo tornerà!

Non abbandonare la tua agenda

Questo è difficile da fare, ma è indispensabile. A fine di ogni giornata di lavoro, ma anche alla fine di ogni settimana dovresti prenderti un momento per te. No, niente trattamenti di bellezza o massaggi rilassanti ma cinque minuti di concentrazione per organizzare la giornata o la settimana successiva. Senza una mappa siamo zanzare nel deserto: invisibili e con poche speranze di sopravvivenza.

Non smettere di crederci e di provarci

Segui le tue passioni e non aver paura se cambiano. Le passioni sono cosette impalpabili, volubili, ma che possono dimostrarsi altamente produttive se seguite a dovere. Prendi a me: ho iniziato scrivendo per il web e ora tengo laboratori di cucina e di scrittura creativa online (fra le altre cose). Non è il cambiamento a far male ma l’opporsi al cambiamento. Questa non è una frase mia, ma di chissà chi. Mi è piaciuta e mi sembrava qui ci stesse benissimo.

Rilassati ogni tanto

Quando ti senti carica, ma carica che se non ti scarichi esplodi, semplicemente fermati. Io mi rilasso facendo una gita, una passeggiata in campagna, confezionando pasta fresca, preparando un oleolito o chissà che altro. Tu… questo non lo posso sapere proprio, ma se ti va parliamone!

No, non mi sono arresa, sono sempre qui, solo che delle volte non mi si vede.

Croce sul cuore, cercherò di scrivere con più frequenza.

Di Claudia Zedda

Sono una scrittrice cagliaritana, web content, laureata in lettere moderne con indirizzo socio antropologico, ricercatrice indipendente e creativa cronica. Ho pubblicato due saggi tutti incentrati sulla tradizione sarda (Creature Fantastiche in Sardegna ed Est Antigoriu), un romanzo (L'Amuleto) e oltre ad esserefreelance.it gestisco il sito www.claudiazedda.it, www.bottegakreativa.it e www.koendi.it Visitali per conoscermi meglio!

3 commenti a “No, non ho mollato: una essere mamma freelance che resiste”
  1. Avevo immaginato ci fosse qualcosa che non andava, ma ho preferito non scrivere per non rompere le scatole.
    Mi dispiace per tua sorella, io l’ho vissuto con mia mamma e so cosa vuol dire vedere una delle persone a cui tieni di più spegnersi di giorno in giorno. Ora lei sta bene, si sta riprendendo e auguro la stessa cosa a tua sorella.
    Per il resto, spero di rileggerti presto tra queste lande. Un abbraccio da una tua appassionata lettrice.

  2. Cara essere mamma freelance, mi dispiace per tua sorella. Ti abbraccio virtualmente e so che non mollerai 🙂 ps grazie per i tuoi consigli, sono sempre preziosi!
    Francesca

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