Questo è uno di quei periodi in cui ho poco tempo per tutto, per gli altri e per me stessa. E come accade durante questi periodi, quando ho un attimo a disposizione, sono invasa dalla sensazione di utilizzarlo nel peggiore dei modi.

Eppure ho sempre al mio fianco l’inseparabile Moleskine con tanto di appuntamenti e orari, ho il mio immancabile schema mentale e la mia to do list casalinga appuntata sul frigorifero con una bella calamita a forma di coccinella, che la fortuna non è mai troppa.

E allora perché ho l’idea di organizzare male il mio tempo? Capita, mi dico, ho tanto da fare che il tempo non mi basta, ma la prima spiegazione non sembra bastarmi.

Persa nei meandri del web, alla ricerca di una soluzione al mio problema del giorno (ricordi che ti ho detto che il poco tempo a disposizione non lo spendo nel miglior modo possibile?) inciampo in una ricerca nemmeno troppo recente, ma che  potrebbe essere una risposta alla mia richiesta di aiuto.

Va de retro Multitasking

Elaborata da Gloria Mark, professoressa dell’Università della California a Irvine, mette in allerta contro i pericoli del multitasking. Studiando le abitudini degli impiegati di due grandi imprese della West Coast durante tutto il 2004, ha notato come questi, durante una giornata lavorativa sono interrotti una marea di volte dall’attività che stanno svolgendo.

La ricerca ha stimato che in media ogni lavoratore viene interrotto ogni 11 minuti dal proprio lavoro e in media per tornare al proprio compito ci mette circa 25 minuti. Oddea, sono io! Vuoi vedere che ha studiato anche me la professoressa Mark?

A distrarre gli impiegati in gran parte era la posta elettronica, la lettura di una pagina web, una telefonata, e per quel che mi concerne aggiungerei anche l’apertura delle mie 100 pagine FB, del mio profilo Twitter, dei miei blog, della pagina Adsense ed Analitycs di Google e quant’altro.

Gli interrupt

E la Mark non è  una di quelle che fanno le ricerche non conoscendo a fondo l’argomento. La ricerca è nata proprio perché anche lei a lavoro non aveva un attimo di tregua.

D’altronde, lo dice chiaramente, molte di quelle che spesso vengono chiamate distrazioni quotidiane, sono l’essenza del lavoro stesso. Non farei il lavoro che faccio se non avessi una e-mail, non avrei presentato il mio libro per tutta Italia se non avessi avuto un profilo FB, non avrei conosciuto tanti freelance interessanti se non avessi il mio blog essere freelance. In un certo senso la nostra professione e incentivata dalle interruzioni e delle distrazioni; se non ci lasciassimo distrarre così di frequente, forse saremmo tagliati fuori del mercato!

Il segreto dei 30

E allora?

La professoressa Mark non ci consiglia assolutamente di vivere in uno stato di disattenzione continua, mica è sempre Natale! Piuttosto afferma che l’attenzione e la produttività del lavoratore moderno aumenta esponenzialmente se la giornata è divisa in blocchi di 30 minuti.

Devi scrivere un articolo? Fallo in 30 minuti e se non ti basta in 30+30; devi rileggere un testo? Fallo in mezzora e alle piccole cose dedica un blocco di egual durata: per intenderci in 30 minuti dovrai controllare la tua posta, rispondere alle mail importanti, dare uno sguardo alle tue pagine e rimetterti a lavoro!

E tu?

Non so se il progetto della Mark sia realizzabile e realmente utile, ma dato che l’idea mi intriga nei giorni a seguire lo sperimenterò per condividere poi i risultati con te. Ovviamente tu puoi fare lo stesso!

Di Claudia Zedda

Sono una scrittrice cagliaritana, web content, laureata in lettere moderne con indirizzo socio antropologico, ricercatrice indipendente e creativa cronica. Ho pubblicato due saggi tutti incentrati sulla tradizione sarda (Creature Fantastiche in Sardegna ed Est Antigoriu), un romanzo (L'Amuleto) e oltre ad esserefreelance.it gestisco il sito www.claudiazedda.it, www.bottegakreativa.it e www.koendi.it Visitali per conoscermi meglio!

21 commenti a “Freelance e produttivita’: il segreto dei 30 minuti”
  1. Cavoli, interessante questa cosa. Dovrei iniziare a metterla in pratica, perlomeno provarci. Se hai dei risultati apprezzabili facci sapere 🙂

  2. Voglio consigliarti un libro che ho appena finito di leggere:

    “Manuale di organizzazione per gente disorganizzata” di Douglas C. Merrill

    Essendo io una vera disorganizzata, mi è stato moooolto d’aiuto 🙂

  3. Grazie Bea, lo metto subito nella lista dei libri da leggere! Di base io non sono troppo disorganizzata, ma ci sono periodi nei quali… mi lascio prendere la mano 🙂

  4. Molto interessante, credo non facile da applicare. Ancora più interessante sembra la tecnica del pomodoro. Facci sapere se funziona.

  5. Io in genere raddoppio, nel senso che divido i blocchi della giornata a ore. Tra un blocco e un altro bastano intervalli anche di 10 minuti, magari per far scaricare la schiena (le manovre al muro, per esempio), oppure di 30 minuti, che spendo con il cane – che è proprio quality time 🙂

    Comunque è molto vero, dividere la giornata lavorativa (e non solo) in blocchi temporali aiuta l’organizzazione e permette al cervello di staccare cognitivamente. In linea di massima, basta sempre un po’ di metodo 😉

  6. Erania è esattamente come faccio io. Per quel che mi concerne ho necessità periodicamente di cambiare metodo, dieta, shampoo, sport… la mia mente e il mio fisico sono particolarmente adattivi e si cullano sulle allodole! Per questo devo trovare modi sempre nuovi per tenere accesa l’attenzione 🙂 Grazie per la tua condivisione! 😉

  7. Hai proprio ragione! anch’io sono una multitasking ad oltranza e da quando alla normale attività lavorativa e domestica si è aggiunta anche la cura della mia piccolina (che ormai ha quasi due anni…) sono letteralmente scoppiata! Detto fatto di David Allen l’ho appena acquistato e lo sto leggendo (a spizzichi e bocconi, naturalmente!) ma mi sembra molto impegnativo: è un libro da studiare con carta e penna alla mano.
    Grazie per gli spunti sempre utilissimi che fornisci con i tuoi post,
    Anna

  8. Grazie a te Anna per aver condiviso con noi la tua esperienza, e naturalmente complimenti: non è da tutti essere creativa, freelance e pure mamma, due lavori a tempo pieno! A prestissimo!

  9. Ok, si parte con il 30 + 30 (*n)!
    Il mio metodo, fino ad oggi, è stato di isolare il tempo previsto per un lavoro, ma più con l’idea di verificare a posteriori quanto tempo effettivamente ci ha richiesto. (un testo viene bene “al primo colpo”, un altro deve essere rivisto 3 volte, e così via.). La mia agenda ha “blocconi” di tempo riservati ad un’attività. Le interruzioni o disturbi non si contano (a parte mettersi off line se ci si deve concentrare).

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