Sono una scrittrice, per me le parole sono importanti, e senza non potrei vivere. Ogni giorno scrivo tanto e parlo anche di più (pensa la tortura per chi mi sta accanto), ma sempre più spesso inciampo, per caso o per destino contro la parola “silenzio” che poi si può leggere anche come “ascolto”.

Noi freelance ascoltiamo abbastanza? O siamo troppo presi dal nostro combattere quotidianamente con le parole per farlo?

Sarebbe un vero peccato, perché il silenzio ha un grande potenziale e in alcuni casi può aiutarci a mandare avanti la baracca.

[adsenseyu1]

Altro che professione dallo spirito solitario e silenzioso, per farsi conoscere al freelance servono tante parole. Sorvolando sugli aspetti personali del vivere quotidiano, a ciascun creativo libero parlare serve per rendere note le proprie opinioni, per concludere un lavoro, per trovare nuovi clienti, per farsi capire e capire quelli vecchi, per farsi pubblicità, per sognare un po’, ma servono davvero tutte le parole che usiamo per farlo?

In alcuni casi, il silenzio può dimostrarsi un’arma vincente.

Quando ascoltare e’ meglio che parlare

Quando si negozia. Di norma mi capita di farlo online, tramite scambio di mail, ma sempre più spesso accade che il cliente desideri un contatto telefonico. In quel caso è fondamentale, oltre che definire le linee generali della collaborazione, mettere i puntini sulle i e parlare di denaro. In queste occasioni il silenzio ti potrà tornare utile. In silenzio potrai ascoltare con calma tutto quello che il cliente ha da dirti, scoprendone le preferenze e le particolarità, da sfruttare per confezionare un lavoro a cinque stelle, che gli calzi a pennello, e potrai anche riflettere sulla giusta risposta da dare.

Facciamo il caso che per il tuo lavoro il cliente ti proponga un prezzo inaccettabile. Non ottenendo risposta immediata potrebbe comprendere che il patto è davvero insostenibile e proportene un altro. Se questo non dovesse accadere il tuo silenzio ti aiuterebbe a valutare meglio la situazione e la risposta da dare alla proposta. D’altronde quanto spesso ci pentiamo degli accordi che abbiamo detto stretto o rifiutato senza riflettere?

[adsenseyu1]

Quando ci si conosce. Normalmente quando dialoghiamo con un cliente che abbiamo appena conosciuto, la nostra testa, mentre lui parla, è tutta tesa ad elaborare la prossima domanda che gli rivolgeremo. In questo modo però non abbiamo ben a mente la risposta che ci ha dato, e di conseguenza si potrebbe compromettere la futura collaborazione. Tutto per non far trascorrere nemmeno pochi secondi di silenzio. D’altronde se davvero avessimo ascoltato, la nostra risposta o futura domanda non potrebbe arrivare immediatamente, ma per l’elaborazione dovrebbero trascorrere pochi attimi di silenzio.

Certo, il cliente a tutta prima potrebbe trovarsi a disagio, ma una risposta o una domanda ben meditata potrebbe farti fare una gran figura. Potresti provarci la prossima volta.

Quando si fa parte di una community. La lotta più pesante sarà contro i social network perché la logica della condivisione a tutti i costi e a tutti i livelli, ad alcuni di noi è entrata nel sangue. Spesso perdiamo intere mattinate a condividere risultati lavorativi o peggio ancora personali, senza chiederci mai se per davvero sia così importante che una cerchia di “amici virtuali” conosca ogni nostro spostamento, ogni nostro pensiero, ogni nostro umore. Da domani prova a riflettere prima di postare un nuovo status o un nuovo commento: è probabile che risparmierai intere ore della tua giornata spese a contro commentare, aggiornare e a tener d’occhio le eventuali risposte. Cosa fare di quelle ore? Impegnarle per lavorare non sarebbe male.

Quando si vuol far carriera. Tenere d’occhio la propria reputazione online è uno degli step più importanti per farsi un nome nel settore. Il social media monitoring d’altronde che altro è se non ascoltare quel che la gente ha da dire nei confronti del tuo operato? Ovviamente più è grande la tua attività, più sarà difficile ascoltare tutti, d’altronde come si dice, ascoltare tutti equivale a non ascoltare nessuno! Quindi è bene aver chiaro in testa chi si vuole ascoltare e le prime figure a cui rivolgersi saranno i clienti ed i competitors.

Ascoltare non significherà necessariamente rispondere, ma progettare meglio le proprie azioni per il futuro.

Il segreto

Per ascoltare si deve superare la paura del silenzio perché chi più chi meno, soffriamo tutti di questo male. D’altronde, al silenzio si può fare presto l’abitudine, e probabilmente i buoni risultati che otterrai dall’esercizio all’ascolto, faranno presto apprezzare al cliente questa tua particolarità.

E tu?

Cosa ne pensi? Reputi che il silenzio possa aiutare la tua carriera?

Photo Credit: ky_olsen

 

[adsenseyu1]

Di Claudia Zedda

Sono una scrittrice cagliaritana, web content, laureata in lettere moderne con indirizzo socio antropologico, ricercatrice indipendente e creativa cronica. Ho pubblicato due saggi tutti incentrati sulla tradizione sarda (Creature Fantastiche in Sardegna ed Est Antigoriu), un romanzo (L'Amuleto) e oltre ad esserefreelance.it gestisco il sito www.claudiazedda.it, www.bottegakreativa.it e www.koendi.it Visitali per conoscermi meglio!

4 commenti a “Freelance: imparare ad ascoltare è importante”
  1. Molto utili i tuoi consigli Claudia.
    Negli anni mi sono accorto che è molto utile sapere ascoltare e far parlare il tuo interlocutore.

    Bisogna saper dosare i momenti di silenzio ai momenti di dialogo e cercare di non sovrapporsi a quello che dice chi hai di fronte, a volte mi faccio prendere dalla foga della discussione e perdo di vista l’obiettivo della chiacchierata.

    Più di una volta mi sarei morso la lingua dopo aver detto troppo.

    Ora cerco di essere più razionale e calcolatore quando sono davanti ad un cliente.

    Anche se devo ammettere che il silenzio è il rumore più assordate che esiste, e cerco spesso di combatterlo, anche quando non dovrei.

    🙂

    Ale

  2. Tutto vero, anche io spesso mi “pento” d’aver parlato troppo e ascoltato troppo poco. Sarà per questo che prediligo i contatti mail? Faccio di tutto per non mettere a disagio il cliente, ma credo che al silenzio ci si possa “addestrare”. Io ci sto lavorando su, e ti assicuro, con buoni risultati. D’altronde volere è potere. 🙂 Grazie per il tuo contributo e buona giornata!

  3. I,un tipo che mi piace tanto di vedere e ascoltare,di solito non parlo tanto solo il necessario,ma nello stesso tempo non sosno chiuso,parlo qualcuno mi parala,sono poche volte che inzio qualiase discorso con le strane persone.
    Quando sono a casa mi piace le luce passe che viene da lontano,anche il televiasiore con la voce non alta,e cose le persone che mi piaceno .che hanno la voce abbastanza passa,mi basta sentile chiaro.
    I nel tuo pare mi piace piu ascoltare che parlare.
    Saluti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *