Questa estate ho letto molto: che poi dire ho letto non è corretto, piuttosto ho ascoltato. E ho ascoltato perché il mio nutrizionista mi ha obbligato a camminare. Tranquilli, c’è un nesso, il sole non mi ha bollito il cervello.

  • Il tuo metabolismo è ai minimi storici – e mica voleva che rispondessi. – Se vuoi dimagrire…
  • Si lo voglio! – Ho risposto non pensando alle conclusioni.

Insomma l’ha fatta facile: se voglio dimagrire devo camminare dice lui e se voglio camminare, dico io, devo riuscire a fare qualcosa di utile intanto che cammino perché mica si passeggia per dieci minuti. Eh no bellina! Devi camminare per almeno 40 minuti che se poi sono 60 è anche meglio.

D’accordo mi sono detta: lo faccio, questa volta lo faccio per davvero.

Capitato anche a te? Ecco come ho risolto in due mosse:

  • giù dal letto alle 7,00 di modo da usare una parte della giornata che per me fino a qualche mese fa non esisteva (perché dormivo). Inoltre a quell’ora il mio mostriciattolo dorme per cui sono libera, libera per davvero;
  • il secondo giorno di “camminate” mentre andavo, mi sono registrata su Audible, di Amazon. Fiquissimo!

Il tutto si è risolto in molti chilometri percorsi e in 10 libri letti – ascoltati, in meno di due mesi. Una sorpresa pazzesca.

Ti dico tutto questo perché fra i libri ascoltati, alcuni più belli di altri, ne ho beccato alcuni che mi torneranno più utili del previsto, specie in ambito lavorativo.

La parola come magia

Durante i download feroci di questa estate mi sono imbattuta in una copertina dai colori scintillanti e dal titolo accattivante: La parola magica, di Paolo Borzachiello, narrato da Dario Agrillo, edito da Mondadori. L’ho messo subito in libreria perché io ci credo davvero che la parola sia magica, che la parola crea, ed evidentemente non sono la sola!

Non l’ho ancora finito di ascoltare perché non è la narrazione che mi interessa, per altro godibile, ma i concetti: l’autore insegna, senza farlo direttamente, alcune pratiche di intelligenza linguistica (e comportamentale direi io) piuttosto interessanti.

In buona sostanza noi agiamo come agiamo perché siamo mossi dal nostro cervello in alcune direzioni particolari: dunque se conosciamo il nostro cervello, struttura e funzionamento, comprendiamo perché ci atteggiamo in alcuni modi e possiamo anche gestire attivamente le nostre reazioni, anche quelle istintive, che secondo molti sono così, belle o brutte, e così ce le dobbiamo tenere. E invece no! Bello penso io, no?

Alcuni dei concetti ascoltati nel libro mi sono tornati utili in maniera imprevista mentre lavoravo. Lo diceva l’autore, ma io non ci ho creduto, non subito almeno.

Rabbia e lavoro

Ti arrabbi mai mentre stai lavorando? A me capita sempre più di rado, sto invecchiando, poche cose sono tanto importanti da farmi arrabbiare, la vita (ad oggi) mi ha insegnato una marea di cose, ma quando mi succede, perché succede, le cose vanno così.

Normalmente è colpa di qualche mail: al telefono è raro che mi si faccia arrabbiare. Le persone sono molto più timide e remissive quando si parla, ma quando si scrive… quando si scrive diventano tutti leoni.

Succede così dicevo: leggo una email o un messaggio. Il tono è probabile non mi piaccia fin dalle prime righe. Lo so perché inizio a sentire il respiro più fitto. Spesso scosto lo sguardo dalle parole, cerco di non leggere subito, ma poi ci torno perché sono curiosa, maledetta curiosità, e leggo tutto sino alla fine, il più delle volte approssimativamente perché ho già il cervello in palla.

Ebbene negli anni mi sono migliorata: molto tempo fa avrei risposto subito, più forte di quel che necessitava. Oggi riesco a controllarmi e rispondere dopo un tempo che varia dai 10 minuti alle 10 ore.

Insomma ci ho lavorato su e sono giunta alla conclusione che rispondere a mente fredda, dopo aver lasciato trascorrere del tempo mi consente di essere pungente ma educata, e la cosa mi piace.

Ma Paolo Borzachiello mi ha dato nuovispunti su cui ragionare e ragionare mi piace: quando leggo una mail che ritengo “aggressiva”, il mio cervello entra in flop. La missione diventa una e una soltanto: difendermi. E io mi difendo in una maniera molto semplice: attacco.

Ora non è che voglia cambiare la mia natura, che in fondo in fondo mi piace, ma non voglio esserne schiava. D’altronde consentire agli altri di farmi inca..rrabbiare, è regalare loro un potere esagerato. Ecco come consiglia di reagire l’autore: quando senti che la rabbia arriva (sai la storia del respiro e del cervello annebbiato?), inizia ripetendoti mentalmente: inspira, espira, sii consapevole, inspira, espira, sii consapevole. Più volte, finché non ti calmi. Funziona.

Questa tecnica l’ho usata proprio l’altro giorno quasi senza accorgermene: ho ricevuto un messaggio spocchioso e prima della fine della lettura il mio cervello era già alla ricerca di un macete. Niente. Ho respirato, non ho risposto. Ho recitato il mantra di sopra e quando ho sentito il battito più lento e il respiro più sereno mi sono concentrata su altro, solo poi ho risposto. In grossa sostanza ho ottenuto quello che volevo, portare la conversazione da scritta a parlata e lì vincere mi viene più semplice.

Rabbia vs consapevolezza

A 38 anni suonati mi sono decisa a dire addio alla rabbia: non ne ho più bisogno, non ne ho più tempo. Significa regalare potere agli altri su di me e la cosa non mi piace per niente. Quando però arriva, perché arriva delle volte, ecco cosa faccio:

  • Penso che non voglio regalare al mio interlocutore il potere di influenzarmi così drasticamente
  • Recito un mantra che mi rassereni e lo faccio più volte
  • Se si tratta di una conversazione scritta lascio passare del tempo. Sai quanto si innervosiscono le persone quando devono attendere?
  • Rispondo a mente fredda e se posso sposto la conversazione su un piano verbale diverso: telefono od appuntamento, e lì, nella vita vera, di leoni ce ne sono pochi e i toni si fanno sicuramente più leggeri e remissivi.

E tu come reagisci alla rabbia? Una cara amica si chiude per pochi secondi nella sua nuvoletta rosa, tutto morbido, tutto bello, tutto rilassante. Raccontami la tua.

Prometto che scriverò ancora presto. Mi manca il mio blog, ma la mia vita corre veloce. A giorni uscirà il mio nuovo libro, anche quest’anno sarò docente per molti corsi, e sto studiando molto, ma lo prometto: tornerò presto. Croce sul cuore. Passo e chiudo.

 

Di Claudia Zedda

Sono una scrittrice cagliaritana, web content, laureata in lettere moderne con indirizzo socio antropologico, ricercatrice indipendente e creativa cronica. Ho pubblicato due saggi tutti incentrati sulla tradizione sarda (Creature Fantastiche in Sardegna ed Est Antigoriu), un romanzo (L'Amuleto) e oltre ad esserefreelance.it gestisco il sito www.claudiazedda.it, www.bottegakreativa.it e www.koendi.it Visitali per conoscermi meglio!

1 commento su “Ti arrabbi mentre lavori?”
  1. Ciao Claudia! Da un po’ seguo il tuo blog, ma non ho mai commentato. Per quanto riguarda la mia esperienza, una bella passeggiata (riallacciandomi a ciò che hai scritto all’inizio del tuo post) è un buon modo per distendere la mente e guardare le cose con un’altra prospettiva… Grazie per il suggerimento degli audiolibri, anche io mi ritrovo a dover forzatamente passeggiare e la noia puntualmente mi assale (assieme alla bruttissima sensazione di stare perdendo del tempo prezioso). Ciao!

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