Oggi parliamo di senso di colpa e di progetti personali. No, non mi riferisco al senso di colpa causato da quel cookie(s) che proprio non dovevi mangiare, dato che da qui a due mesi speri di rientrare nei jeans che conservi nell’armadio da 10 anni. Oggi parliamo di come l’inseguimento di un sogno personale possa causare nella mente del freelance una serie di pensieri viziosi che culminano tutti nel deleterio senso di colpa. L’idea d’affrontare questo discorso mi è venuta leggendo questo articolo, al quale ti consiglio di dare uno sguardo: dimostra che le paure di chi lavora per proprio conto sono uguali in tutto il mondo, e dato che il mal comune è un mezzo gaudio, perché non affrontarlo insieme?


Affondiamo la penna nel problema: quali sono i progetti che stimolano i sensi di colpa del fragile freelance? Quelli personali, è ovvio. I motivi sono semplici e ruotano tutti intorno al vile denaro, che per altro non basta mai e ci consente di pagare bollette, comprarci il nuovo kindle e portare in tavola un tozzo di pane e tanta fantasia.

I 4 sensi di colpa del freelance creativo

Problem 1: quando lavoro ad un mio progetto, non sto guadagnando una lira.

Problem 2: se scelgo di lavorare ad un mio progetto sto rubando del tempo a progetti altrui (da leggersi sto limitando la mia possibilità di guadagno).

Problem 3: se lavoro a progetti personali, piuttosto che a lavori su commissione temo che la stima degli amici nei miei confronti diminuisca (proporzionalmente al conto in banca).

Problem 4: ho paura di perdere tempo inutilmente (e perdere dunque possibilità di guadagno interessanti e clienti).

Scagli il primo mouse il freelance che non è stato attraversato da almeno uno di questi pensieri.

Progetti personali come investimenti a lungo termine

Quando ho in testa un progetto personale che desidero realizzare (penso alla creazione di un sito, alla realizzazione di una startup, alla pubblicazione di un ebook o di un romanzo) la domanda che mi pongo è sempre la stessa: ci credo veramente? E poi: quanto tempo sono disposta ad investirci? Ed infine: ho una base economica stabile questo periodo che mi consenta di limitare i guadagni?


Se dopo questo breve briefing con me stessa scelgo se buttarmi nella realizzazione del progetto, per seminare i sensi di colpa io tengo sempre a mente che:

  • i progetti personali sono investimenti a lungo termine. Curare la propria creatività personale è uno dei modi migliori per dimostrare la propria professionalità. Personalissime attività che in molti hanno considerato una vera e propria perdita di tempo, mi hanno consentito invece, nel lungo periodo, di trovare collaborazioni parecchio stimolanti. Penso ai miei diari di viaggio, o ai miei articoli DIY o ai post che pubblico su EssereFreelance, ottima vetrina nella quale mettere in mostra le proprie capacità. Se poi avessi dato retta a chi mi sconsigliava di perdere tempo per scrivere i miei due libri, beh, a quest’ora forse farei un altro lavoro. Lavorare ad un progetto personale è un po’ come investire nel proprio futuro: il rischio c’è sempre ma è ben’accetto;
  • i progetti personali accrescono la mia creatività. L’ho già detto in una miriade di altri post: scrivere nel proprio sito, scrivere il proprio ebook, creare la propria pagina fb accresce la creatività, rinnova le idee, aiuta ad evadere dalla quotidianità, stimola le speranze e perché no, consente di conoscere una marea di persone nuove che presto o tardi potrebbero diventare clienti.

Consigli pratici

Quel che conta ricordare è che lavorare ad un progetto personale non significa assolutamente smettere di lavorare! La parolina magica è sempre la stessa: organizzazione, concetto indispensabile per chi ha il proprio #ufficioincasa.


Io personalmente scelgo di fissarmi dei piccoli obiettivi a cadenza giornaliera o mensile e mi impongo di lavorare ai miei progetti personali almeno 2 ore al giorno.

Tu?

Come fai convivere la realizzazione di progetti di lavoro e personali?

@Kalaris

Photo Credit: Jonathan Ogden

Di Claudia Zedda

Sono una scrittrice cagliaritana, web content, laureata in lettere moderne con indirizzo socio antropologico, ricercatrice indipendente e creativa cronica. Ho pubblicato due saggi tutti incentrati sulla tradizione sarda (Creature Fantastiche in Sardegna ed Est Antigoriu), un romanzo (L'Amuleto) e oltre ad esserefreelance.it gestisco il sito www.claudiazedda.it, www.bottegakreativa.it e www.koendi.it Visitali per conoscermi meglio!

6 commenti a “Freelance: bye bye sensi di colpa”
  1. Puntate sui progetti personali.
    In questi giorni ho pubblicato il mio e-book (nel link della firma) e sono pienamente soddisfatto della mia scelta: è un ottimo modo per farti pubblicità, per raggiungere possibili clienti, per far crescere il tuo nome online.
    L’importate è lavorare sempre a progetti di qualità.

  2. Ciao Claudia,
    ho appena scoperto il tuo blog, per puro caso, e devo dire che mi ha fatto molto piacere aver “sbagliato strada” e averti incontrata!
    credo di aver trovato quella piccola spintarella che mi mancava per partire con il mio progetto… incrociamo le dita!

  3. Mi ci ritrovo tantissimo! Proprio ora, appollaiata sulla mia poltrona da ufficio, ma nel salotto di casa mia, ho appena finito di scrivere un articolo per il blog e mi chiedo: servirà a qualcosa? Lo leggeranno? Boh, ma io mi sento soddisfatta e allora vado a preparare il pranzo per i miei bimbi! Ciao e grazie!

  4. Ciao Claudia!

    Che bello essere finita qui, mi sento a casa!

    Per me questo articolo è come la manna che viene giù dal cielo perchè è proprio di questi pensieri che è piena la mia testa ultimamente e la situazione è un pò complicata: io adoro scrivere, l’ho sempre fatto con piccole poesie, racconti brevi, pagine di diario sparse e questo anno ho preso un anno sabbatico per dedicarmi a questo ed è stata una evoluzione di cose magnifica (non in termini di denaro! :D), ho scoperto una passione sconsiderata per scrivere articoli, così ho aperto un blog e sto puntando sullo scrivere e-book, vorrei collaborare con riviste anche…sono entusiasta e vorrei fare di tutto ciò il mio lavoro MA io in realtà un lavoro ce l’ho, un lavoro che non mi è mai piaciuto, nel quale mi sono sempre nascosta da me stessa e agli altri e cullata nella tranquillità dello stipendio a fine mese…sono sposata tra l’altro e mio marito anche lui è un aspirante freelance stanco del suo lavoro e non vorrei mai “rubargli” i suoi sogni. Lui mi appoggia ma lo fa con spirito di sacrificio secondo me. Ho molta stima di tutti quelli che hanno la forza di credere in se stessi e nei propri progetti, io sono frenata dal senso di colpa verso la mia famiglia, verso mio marito (che è proprio colui che mi ha insegnato a credere nei miei sogni!!). Continuerò a seguirti, mi dai molti spunti e forza. Grazie di cuore!

  5. Ciao Stefania Cristina, sono sicura che troverai il momento giusto per realizzare i tuoi sogni: non deve essere tutto e subito! Già aprire un tuo blog e familiarizzare con la rete è uno spunto! Spero che tutto il resto arrivi da sé e al più presto. In bocca al lupo! A presto e Grazie.

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