Quando ho iniziato non ci avrei mai creduto, ma pur lavorando da casa, pur lavorando spesso e volentieri in pigiama (sì, lo so che in più di un’occasione ho detto che sarebbe meglio non farlo), pur non dovendo prendere la macchina per recarmi nel mio piccolo, austero, soffocante ufficietto, mi ritrovo sempre più spesso a domandarmi: ma dove diavolo è finito il mio tempo?

 

D’altronde non mi sono affacciata sul mondo del free lance proprio per potermi gestire pienamente il mio tempo? La risposta evidentemente non è così immediata se ad oggi faccio i salti mortali per non dir di no (quando possibile) ai clienti, per non dir di no (quando possibile) alla mia famiglia, per non dir di no (quando possibile) agli amici e per non dir di no (ma sta diventando impossibile) ai miei hobby.

Il fatto sostanzialmente è semplice: la mole di lavoro è aumentata e le mie passioni extra lavorative sono lievitate come un panettone bello cicciuto. Lungi da me l’idea del lamentarmi, sarebbe una follia di questi tempi, eppure di recente ho deciso che devo ritrovare un certo equilibrio fra il lavoro e la mia vita personale. E’ capitato anche a te?

Immagino di sì, dato che sempre più spesso, visitando siti dei miei colleghi italiani e americani mi ritrovo a leggere di come sia passibile per un freelance ritagliare briciole di tempo per sé e per la propria vita extra lavorativa.

Un’idea, manco troppo originale, potrebbe essere quella di imporsi dei confini lavorativi oltre i quali sarebbe meglio non andare.

L’utilità delle regole

Non le amiamo, specie se ad imporcele sono gli altri, ma è bene darsene qualcuna, per lo meno se non vogliamo diventare dei freelance-Yeti privi di qualsiasi rapporto sociale.

D’altronde se l’ufficio è la propria casa, il rischio è quello di far confusione fra vita privata e vita lavorativa e alla lunga la mancanza di un confine da non superare creerà quel disequilibrio che qualcuno di noi conosce bene: sì parlo anche con te, non far finta di niente.

La Privacy

Sono Claudia o EssereFreelance? Sono entrambe le cose, ma è bene tener ben separate le due cose. Mettere in rete il proprio numero telefonico privato o i propri contatti personali potrebbe rivelarsi un errore fatale. Il pericolo? Che nel bel mezzo di una cenetta fra amici ti chiami un cliente con il problema del secolo. No, non glielo potrai risolvere sul momento, ma magari trascorrerai l’intera serata preoccupato. Ecco perché l’ideale è attivare una linea telefonica, un account skype, una pagina FB e Twitter interamente dedicate al proprio profilo professionale. E’ un buon modo per tener separate le due cose.

Rispettare il programma

Alla lunga qualsiasi freelance se ne impone uno giornaliero o settimanale. Bene, se abbiamo perso tempo per elaborarlo perché non rispettarlo? Non mi stancherò mai di ripetermelo e ripetertelo: aiuta ad ottimizzare il tempo.  Quel che conta è che tu non lo aggiri nemmeno per soddisfare le periodiche richieste dei tuoi familiari che con difficoltà comprendono che pur lavorando in casa, tu lavori. Naturalmente il tuo programma non è messo a repentaglio solo dagli amici e dai parenti che ti percepiscono ancora come perennemente disponibile, ma anche dalle distrazioni e dalle interruzioni. Si tratti di telefonate, mail, si tratti di nuovi divertimenti online (ecco la mia nuova distrazione) impara a rimandare: hai un programma da rispettare, hai uno stipendio giornaliero da portare a casa J!

Torno subito

D’accordo, non ci facciamo belle/i tutte le mattine per andare in ufficio, ma è il caso di imporsi degli orari d’apertura, di pausa e di chiusura. Altrimenti rischi di lavorare 24 ore su 24.

Il tempo libero

Purtroppo lo si sacrifica fin troppo alla leggera perché amiamo il nostro lavoro, e non sempre ci sembra tale. Io personalmente durante il week end cerco di non accendere il computer, cosa che regolarmente faccio! Mi accontento per lo meno di non lavorarci sopra.

E naturalmente se hai deciso di prenderti una vacanza organizzata con amici e un cliente ti chiede di lavorare anche in quel periodo ricorda: hai la facoltà di dire di no.

E tu?

Quali sono i confini che a tuo parere un libero professionista non dovrebbe mai superare?

Photo Credit:  Tex Grubbs

Di Claudia Zedda

Sono una scrittrice cagliaritana, web content, laureata in lettere moderne con indirizzo socio antropologico, ricercatrice indipendente e creativa cronica. Ho pubblicato due saggi tutti incentrati sulla tradizione sarda (Creature Fantastiche in Sardegna ed Est Antigoriu), un romanzo (L'Amuleto) e oltre ad esserefreelance.it gestisco il sito www.claudiazedda.it, www.bottegakreativa.it e www.koendi.it Visitali per conoscermi meglio!

10 commenti a “Non aprire quella porta: i confini oltre i quali un freelance non dovrebbe (mai) andare”
  1. Molto carino l’articolo e soprattutto molto condiviso. Sono un altro esempio di freelance che non riesce più a distinguere il confine tra lavoro e vita privata. E, devo dire, che la cosa diventa ancora più complessa quando il lavoro coincide anche con i tuoi hobby principali: internet e la scrittura.

    Cerco per quel che posso di fare dei planning, ma non sempre è semplice rispettarli se le richieste – per fortuna! – sono tante e se si vuole comunque poter accontentare tutti. Speriamo almeno che i sacrifici portino a qualcosa 😉

  2. Non ne dubito Evelyn, i risultati arriveranno di certo (se già non sono arrivati :)) Quel che conta è di tanto in tanto fermarsi e riflettere sul tempo che si dedica a sé stessi e agli altri: è utilissimo per rimettere in equilibrio (precario ma pur sempre equilibrio) la vita.
    Grazie 😉

  3. “Essere freelance” vuol dire tutto e non vuol dire niente, i freelance non sono solo i programmatori e gli scrittori, e, soprattutto, non lavorano solo da casa. Nella maggior parte dei casi lavorano ANCHE da casa.

    Io sono un musicista freelance e la maggior parte del mio lavoro si svolge in studio di registrazione, sui palchi e nelle scuole di musica. A casa, nel mio piccolo studio, viene svolta la – fondamentale – parte preparatoria per il gig vero e proprio, o, al massimo, scrivo articoli didattici per riviste specializzate.

    Sul “non aprire quella porta”, tutto ciò che mi sento di dire è di non svendersi per due centesimi, anche se i tempi sono quelli che sono, e, soprattutto a chi scrive, di non avere l’ossessione dei click, di Adwords, Adsense e altre aberrazioni di questo tipo, che altro non fanno che andare a scapito della qualità. Ci sono in giro un sacco di web content writer, SEO specialist, blogger, aspiranti giornalisti, et cetera, che hanno tanta voglia di scrivere ma nessuna voglia di informare e raccontare storie.

  4. Ciao Izze, Essere Freelance è uno stile di vita, o per lo meno in questo spazio così lo si intende. Io racconto specialmente della mia vita che mi vede indaffarata tutti (o quasi) i giorni nella mia casetta a confezionare contenuti che informano, raccontano e delle volte ricordano; è per questo parlo essenzialmente della realtà del lavoro “domestico”.
    Grazie per il tuo contributo: anche il non svendersi è un limite da porsi, oltre il quale un free lance non dovrebbe andare (mai).

  5. Ciao! Condivido pienamente TUTTO quello che hai scritto: la difficoltà maggiore sta nel far capire agli altri (ma anche a te stessa) che il fatto che tu stia lavorando da casa non significhi avere il tempo per fare altro. Fino al 31 dicembre avevo un lavoro che mi occupava tutta la mattina e dalle 14 in poi ho iniziato a scrivere (anche) per lavoro: dal 1 gennaio cerco di farne una professione ed il tuo sito mi è molto utile. Grazie! Un consiglio che tento di darmi e di dare è quello di programmare una giornata lavorativa come se si andasse in ufficio: sveglia alla stessa ora ogni mattina, colazione, lavoro, pausa pranzo e poi ancora lavoro fino ad un orario decente. Anche mentre studiavo per l’università facevo dei piani studio… ma alla fine li rispettavo difficilmente:-)
    In bocca al lupo a tutti e alla prossima!

  6. In Bocca al lupo a te Paola! Darsi un programma giornaliero ti aiuterà: fai in modo che non sia troppo rigido e lo rispetterai più semplicemente. E non dimenticare mai che non sei una macchina. Sono felice EssereFreelance ti aiuti a fare della tua passione una professione 🙂 Grazie della condivisione della tua esperienza. A prestissimo.

  7. Ciao Claudia, sto sul tuo sito da circa due ore e ora non riesco neanche più a staccarmici 🙂 intanto ti faccio i miei complimenti per l’ironia ma soprattutto per la sostanziale importanza degli argomenti che tratti!
    Io purtroppo (o per fortuna, ancora non so quale tra le due), sono giovane, ho 20 anni appena compiuti e, finito il liceo, sto per cominciare dei corsi di computer grafica però un dubbio atroce mi assale come UN INCUBO: a parte il fatto di non sapere ancora neanche lontanamente cosa vorrò fare per TUTTA LA VITA (3D, advertising, web design…) ma quello che mi chiedo (e che da una parte mi consola, considerando che è da pochi mesi che cerco di affacciarmi timidamente al mondo del lavoro che mi sembra così inesplorato e terrificante) è: COM’E’ DAVVERO POSSIBILE ARRIVARE A UN PUNTO IN CUI SI LAVORA TALMENTE TANTO????? cioè se è così (ovvero se effettivamente il mondo concede tutte queste possibilità lavorative) sarebbe una cosa fantastica!! Ma davvero c’è tutta questa richiesta di lavoro?
    PS: ti prego (non so se lo hai già fatto) ma mi piacerebbe trovare una consolazione dalle tue parole, magari con un articolo che parli della tua transizione che ti ha portato dalla fine del liceo ad essere quella professionista che sei oggi! come ti sei creata tutta questa clientela? come sei arrivata ad avere così tanta mole di lavoro da non poter trovare tempo per te stessa?

    GRAZIE!!! e COMPLIMENTI PER I TUOI ARTICOLI!!!!!

  8. Ciao Alessandro, e buon inizio settimana.
    Grazie per i tuoi complimenti e per il tuo commento, mi ha riportato indietro a quando ero più giovinetta 🙂
    Tanto per cominciare se vuoi sapere come ho mosso i primi passi in questo mondo, dai uno sguardo a questo pezzo : https://www.esserefreelance.it/essere-freelance-si-racconta-su-twago/.

    Certo che è una fortuna avere 20 anni perché se da un lato non sai ancora bene quale strada sarà quella che ti porterà a casa, dall’altro hai tante, tantissime strade davanti. E’ come avere un catalogo viaggi in mano (si vede che sono in astinenza da viaggetto?) devi solo scegliere per quale meta optare e per quale pacchetto scegliere. Per altro non è detto che tu ne debba scegliere solo uno :), di viaggio intendo.

    Per la mole di lavoro io sono dell’opinione che ce ne sia, ce ne sia tanto. I contenuti hanno un’importanza non da poco, e chi più chi meno se ne sta accorgendo. Il fatto è che lavorare tanto non sempre significa guadagnare esageratamente. Agli inizi è dura, specie se si è già adulti, si vive da soli, e non si riesce a finire il mese. Naturalmente poi va meglio, ma si sta incatenati davanti al computer per tutta la giornata! Il fatto è che se la rete, la scrittura, la programmazione, la grafica, il marketing e giù di lì sono passioni, stare davanti al pc tutto il giorno è come stare nel paese dei balocchi per tutta la vita. Quando poi arrivano anche i guadagni, (che non sono da far girare la testa, ma ci sono), ti chiedi cosa mai avrai fatto di tanto bello nella tua vita precedente, per esserti meritata in questa il lavoro più bello del mondo!

    Ti auguro di trovare le tue strade e spero di risentirti presto!
    Claudia

  9. Lo sai, leggere ciò che scrivi è davvero come riemergere dalle profondità di un oceano e poter finalmente riempire i polmoni di ossigeno! Ho appena letto la tua risposta (e ti ringrazio di avermi scritto subito ^^) e non ho ancora letto l’articolo che mi hai linkato (cosa che farò nel giro dei prossimi 30 secondi ahahahah

    Sai è molto carino il paragone del viaggio e del catalogo… ma la mia paura più grande (che davvero mi sta affliggendo data la mia ignoranza nel campo) è che, come sfogliando un catalogo per l’estate, dove trovi centinaia di milioni di viaggi fantastici da poter tecnicamente fare, ti ritrovi però nell’impossibilità di poterli affrontare, magari per il portafogli “vuoto”… che parlando in maniera più diretta coincide con: “ho trovato molti nuovi annunci di lavoro (che tecnicamente potrei svolgere in quanto riguardanti la computer graphic), ma che non posso a tutti gli effetti svolgere perchè magari, oltre ai software che so usare (mettiamo caso Photoshop e after effects) richiedono ottime conoscenze anche di altri applicativi di cui non ne conosco l’utilizzo (ad esempio flash o il web design!).

    Molte volte leggo negli annunci richieste simili: Cercasi GRAFICO con ottime competenze con gli applicativi Adobe master suite (photoshop, dreamwiver, flash, illustrator, indesign, premier, after effects) e poi codici HTML, CSS, PHP… ma io mi chiedo: COME POSSO CONOSCERE TUTTI QUESTI APPLICATIVI???? a volte leggo nei titoli di coda dei film migliaia di operatori diversi, ognuno addetto a ogni singola, minima, confinata mansione!!! Chi fa ad esempio l’animatore 3d, non fa il modellatore 3d, che a sua volta non fa l’art director!! insomma io vorrei vorrei trovare un lavoro circoscritto e fare BENE solo quello, non voglio (anzi, troppa presunzione ^^ sarebbe meglio dire, non vorrei) ritrovarmi a fare dal grafico pubblicitario, addetto al fotoritocco, al programmatore di codice CSS per dover creare un sito web! è questo che mi turba… tu cosa ne pensi? 🙂 scusami… mi odierai a morte per tutto questo XD e so che ti sto togliendo molto tempo ma tu davvero mi sembri una donna che è riesce ad avere carisma, a sapere sempre come muoverti e soprattutto che è riuscita a diventare una libera professionista direi quasi full-time XD

    GRAZIEEEEEEE ANTICIPATAMENTE per tutto il tuo sostegno 🙂

  10. Il mio consiglio è quello di reputare stimoli ad imparare, tutti i settori per te nuovi. D’altronde qualsiasi cosa ancora non si sappia fare la si può imparare ed il web è un manuale vivente.
    Poniti degli obiettivi, ambiziosi e raggiungibili e spuntarli ogni volta che li avrai raggiunti sarà una vera gratificazione.
    A presto Alessandro 🙂

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