Insomma non è che questo sia esattamente un bel momento per i lavoratori, specie se freelance, perché gli incarichi scarseggiano e accaparrarsi un cliente diventa un’impresa titanica. Se contiamo poi che un freelance con un cliente in mano è solo a mezza strada (dovrà comprenderne le richieste, realizzare il lavoro, definire i particolari a piacere della controparte e pregare in un buon feedback), si può facilmente comprendere perché in tanti siano bloccati in situazioni spiacevoli.

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Non è il problema di pochi, per lo meno se do retta alle mail che ogni giorno mi arrivano, e ai commenti arrabbiati che leggo sulla pagina FB di Essere Freelance: diciamocela tutta, la crisi si fa sentire anche online, e necessità di una reazione repentina.

Credo che la regola del bicchiere mezzo pieno sia valida per tutti i freelance che abbiano deciso, ad un certo punto, di definirsi tali: non solo si deve trovare sempre il buono delle situazioni, ma soprattutto ci si deve abituare ad esaminare i problemi e trovare il modo migliore per risolverli o nel peggiore dei casi, aggirarli! Altrimenti andare avanti diventa difficile se non impossibile!

Mai capitato di vivere un momento di stallo? Bene oggi scopriremo quali blocchi ammalano un freelance, e ci inventeremo i modi per uscire da situazioni poco gradevoli.

Bloccato dalla paura

La paura fa parte del lavoro di ogni freelance: quel che  molti leggono come libertà e possibilità di gestire il proprio lavoro secondo i propri ritmi, può essere visto anche sotto un’altra ottica. Improvvisamente la libertà può trasformarsi in precarietà e deprimere anche il miglior freelance creativo che attraversa un periodo di down.

Questo accade di norma quando si trovano incarichi con il conta goccia, o peggio ancora quando non si trova nemmeno uno straccio di lavoro. La situazione può andare avanti per qualche settimana e demolire la sicurezza che ciascun lavoratore indipendente si è costruito con fatica.

E’ a questo punto che subentra la paura: “non troverò più un cliente”, “forse non sono tanto bravo quanto credevo”, sono frasi che non pochi freelance si sono detti almeno una volta nella vita, sottoscritta compresa naturalmente J.

Come uscire da questa situazione?

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Con l’esperienza dico io, con la calma e con il sangue freddo.

  • L’ideale sarebbe tenere un diario nel quale annualmente si annotano i periodi di magra. Quando capiremo che sono ciclici, e che periodicamente vengono e vanno, impareremo a viverli più serenamente.
  • Ciascun freelance dovrebbe avere un piccolo salvadanaio, a forma di porcellino, giraffa o scatola del caffè fai tu, ma è importante che durante i periodi positivi si metta da parte qualche euro che verrà usato durante i periodi in cui c’è da stringere la cinghia.
  • Pensare positivo e sorridere! Sembrerà un consiglio da poco, ma potrà aiutare a non perdere la fiducia in se stessi. Lo so, è difficile, ma tentare non ti farà certo male.

Bloccato dai feedback negativi

Non puoi piacere a tutti, e la tua tecnica di scrittura non potrà trovare il consenso di ogni cliente, quindi presto o tardi arriveranno dei feedback non troppo positivi, o nella peggiore delle ipotesi negativi. Non significa che hai perso il tuo tocco, semplicemente che non hai saputo dare al cliente quel che voleva. Non di rado è lo stesso cliente a non sapersi spiegare, e a pagarne le conseguenze è il freelance che in fase di trattativa è stato troppo sbrigativo.

Ti puoi concedere una piccola fase di depressione, ma dopo qualche tempo devi necessariamente reagire. Come?

  • Dando uno sguardo ai precedenti feedback positivi lasciati nei vari marketplace ai quali si è iscritti.
  • Controllando tutti i followers che ti seguono su twitter.
  • Leggendo i commenti positivi che clienti e amici ti hanno lasciato sulla pagina Facebook.
  • Trasformando la paura del fallimento in benzina per i lavori futuri. Se si riesce a tenere a bada le tensioni, i fallimenti possono essere infatti vissuti come sfide da affrontare e da superare. Niente di più stimolante per uno spirito creativo! D’altronde i periodi negativi non si superano facendosi trascinare a fondo dai timori; reagire è la parola chiave.

Bloccato da un salario troppo basso

L’ho già detto cento volte, ma ripeterlo non mi farà certo male, e non ti farà sicuramente male leggerlo ancora una volta: il tuo lavoro deve essere pagato e pagato il tanto giusto.

Quando si lavora per un salario troppo basso, presto si perde la motivazione! E la demotivazione è un blocco dal quale star ben lontani.

  • Quando un lavoro è mal pagato, non aver paura di dire di no! Te ne sarà grato il tuo amor proprio, il tuo tempo (che impiegherai per trovare qualcosa di più congeniale alle tue necessità) e tutto il mercato freelance.
  • Cerca lavoro in forum e market place che non ti richiedono commissioni troppo alte (spesso sono proprio quelle a limitare i compensi).
  • Evita di lavorare per clienti amici se non riesci a far loro il giusto prezzo.
  • Taglia i ponti con clienti storici che ti pagano salari troppo bassi: il rispetto e la gratitudine per il passato sono un conto, la voglia di migliorarsi è tutto un altro paio di maniche. Ovviamente prima di tagliare i ponti esponi il tuo punto di vista: il cliente intelligente potrà scegliere di aumentare i compensi, se avrà la sicurezza di avere in cambio un ottimo lavoro!

Altri due blocchi cui di norma un freelance può andare soggetto sono quello della creatività (chi più chi meno conosce la situazione e ha imparato ad affrontarla), ed infine il blocco dettato dalla mancanza di aggiornamento.

Mettersi al passo con i tempi non è difficile, eppure richiede del tempo.

  • La soluzione low cost è quella rappresentata dal web: naviga, naviga, naviga, e leggi tutto quello che i tuoi colleghi scrivono in merito all’argomento che richiede il tuo aggiornamento.
  • Acquistare libri specifici o ebook di settore, potrebbe essere una soluzione alternativa da non sottovalutare, alla quale dovrà seguire necessariamente la fase di concreta applicazione delle vostre conoscenze. D’altronde poco può la teoria se non è supportata dalla pratica e dall’esperienza che spesso insegna più di cento libri!
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I tuoi blocchi?

Hai vissuto anche tu momenti di stallo? Come li hai superati?

Photo Credit:  Michael Fleming

Di Claudia Zedda

Sono una scrittrice cagliaritana, web content, laureata in lettere moderne con indirizzo socio antropologico, ricercatrice indipendente e creativa cronica. Ho pubblicato due saggi tutti incentrati sulla tradizione sarda (Creature Fantastiche in Sardegna ed Est Antigoriu), un romanzo (L'Amuleto) e oltre ad esserefreelance.it gestisco il sito www.claudiazedda.it, www.bottegakreativa.it e www.koendi.it Visitali per conoscermi meglio!

13 commenti a “Blocchi freelance: come aggirarli”
  1. Carissima Claudia…i tuoi post sono sempre molto utili. Io sono ancora alle primissime armi del mestiere e precarissima, tanto che non me la sento ancora di lasciare i riferimenti dei miei testi. Volevo chiederti, come si fa a tenere aperta una partita IVA senza avere la più pallida idea di quanto lavoro arriverà?…al momento, mi sento anche fortunata perché ho un contratto mignon a progetto, ho visto però che per fare “il passo” sarebbe utile aprirsi una partita IVA, sai dirmi se c’è un modo per testarsi senza indebitarsi? Grazie!!!

  2. personalmente ho vissuto il momento di stallo dei clienti. in particolare quest’anno, da febbraio a maggio quasi niente si muoveva, ed ora temo lo stesso periodo nel 2012. nello stesso periodo però professionisti ben più validi di me si sono trovati nella stessa situazione, il che in parte mi ha consolata, avevamo anche unito le forze per un progetto comune, di cui non si è fatto più niente perchè d’improvviso si è smosso il mercato. in quel periodo ne ho approfittato per aggiornarmi e per scrivere il mio primo ebook che ora mi permette di arrotondare. mai sprecare tempo 🙂

  3. ps perchè non installi “subscribe to comments”, plugin per seguire i commenti? così si alimentano i botta e risposta 😉 (e soprattutto posso seguire i futuri commenti a queesto interessante articolo!)

  4. Grazie Laura per la condivisione! I periodi di magra ce li abbiamo tutti… e temo che questo sia uno di quelli! Quel che conta è non lasciarsi andare e soprattutto sfruttare il tempo in maniera utile, esattamente come hai fatto tu! Complimenti.
    Ps. grazie per il consiglio… ora do uno sguardo al plugin :))

  5. 🙂 Bell’articolo! Giusto oggi mi deprimevo e parlavo con Laura di blocchi e pagamenti ritardati.

    Quello che hai scritto è una buona traccia da seguire e mi tranquillizza.
    Tengo duro, ush!

  6. Ciao Giulia, io ancora non ho aperto la Partita Iva. Credo sia un passo da fare solo nel momento in cui la mole di lavoro è “costante” e degna di nota. Per altro agli inizi si può lavorare pacificamente anche rilasciando ricevute con tanto di ritenuta d’acconto. Ovviamente l’apertura di una partita iva è lo step successivo… l’evoluzione del freelance 🙂
    A breve credo che farò il grande salto, quindi se lo desideri posso tenerti informata.
    Per intanto chiunque abbia info utili e voglia indirizzare e informare Giulia, si faccia avanti 🙂
    Grazie a te 🙂 a prestissimo e in bocca al lupo per tutto!

  7. Grazie Andrea, sono felice che l’articolo ti abbia aiutato a mantenere alto il morale. Il periodo non è dei più rosei, ma come mi ripeto spesso, non potrà diluviare per sempre 🙂 In bocca al lupo per tutto e grazie per il tuo commento!

  8. Buondì Laura, il commento di Giulia è il primo. Ho fatto un pò di caos nell’inviare le risposte ai commenti 🙂 Grazie mille per la tua utilissima segnalazione. E’ un argomento che merita di essere approfondito! A breve dovrò fare una lezione full immersion dal commercialista 🙂

  9. Grazie mille Claudia! Gentilissima, anche per aver sollecitato altri suggerimenti. In effetti, io sono un’autodidatta abituata a scrivere, venendo da studi classici e filosofici. Da solo un anno scrivo contenuti per un sito di e-commerce, ma non ne so molto né di informatica, né di seo o marketing. Ci sto provando, leggo e m’informo. Visto che mi piace, vorrei si trasformasse nel mio lavoro (senza dover continuamente improvvisarne altri, come ho sempre fatto).
    Sai perché ti chiedevo della partita IVA? Ieri stavo per “provarci” col sito “meloscrivi” ed ho visto che è richiesta. Pensavo fosse la regola. Ho anche visto che a parola pagano pochissimo e per di più, ne contano un’infinità a costo zero, praticamente: tutti i pronomi, gli avverbi, articoli, preposizioni, congiunzioni, verbo essere in tutte le sue coniugazioni, ecc. In sostanza, metà della lingua italiana…mah, mi sembra una rapina!

    p.s grazie anche a Lauryn

  10. Ma figurati Giulia, aiutarsi fra di noi è un obbligo morale! Spero che altri dicano la loro in merito, e presto ci ricamerò sopra un articolo. Si tratta di un argomento sensibilissimo!
    Si pure a me non sembra troppo conveniente la proposta collaborativa che ti è stata girata. Vedrai che con un poco di pazienza troverai la collaborazione che farà al caso tuo! Visita i forum di html, di giorgiotave o di Alverde e probabilmente troverai qualcosa di interessante!

    In bocca al lupo!

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