L’idea mi è venuta qualche giorno fa quando scrivevo un pezzo sul workaholism. Ma è davvero possibile che qualcuno si ammali di lavoro? A pensarci bene sì, e a pensarci ancora meglio, i primi ammalati di lavoro siamo proprio noi, i freelance.

Niente scuse, la modalità always on ci ha preso la mano, quel desiderio di essere sempre aggiornati su tutto, quella voglia di scaricare la posta ogni momento, quella necessità impellente di dare uno sguardo ogni volta possibile ai feed e ai profili sociali che ad esordio era semplice amore per il lavoro, finisce che ad un tratto diventi ossessione, workaholism per dirla all’americana.

Su questa dipendenza da lavoro ci si potrebbe pure passare sopra, d’altronde chi non ha i suoi vizi? Eppure c’è qualche complicazione da non sottovalutare: questa modalità sempre on annienta la creatività e l’innovazione, almeno a detta di alcuni estimatori dell’ozio, che poi non hanno tutti i torti. E’ proprio durante le scorse vacanze che mi è venuta in mente l’idea per un nuovo libro, è durante il periodo post laurea che ho avuto la geniale idea di dedicarmi alla scrittura freelance, è proprio quando non sono oberata di lavoro scrivo i pezzi più belli.

Non ci resta che riscoprire il valore del dolce far niente per altro ben apprezzato dai romani che consideravano l’otium un periodo denso, fervido, creativo, lontano dal frastuono cittadino e politico. Senza l’otium forse non avremmo avuto Seneca, Cicerone, Plino, e certamente non avremmo avuto Walt Whitman, Friedrich Nietzsche e George Byron che apprezzavano il riposo in quanto compagno di idee nuove.

Insomma, i creativi che vogliono continuare a considerarsi tali devono imparare, di tanto in tanto a staccare la spina e a mettersi in modalità off. E’ proprio durante quei momenti di lontananza dal caos, che poi si può semplicemente tradurre in lontananza dal pc e dal cellulare, che riprende la conversazione con la propria vena creativa esattamente là dove la si era interrotta.

Modalità off: i consigli

Attivata la modalità off? A questo punto non ti resta che godertela e attendere che le nuove idee maturino. E dato che lo fanno quando meno te lo aspetti il consiglio è quello d’essere sempre pronti a catturarle e a stimolarle naturalmente.

Idee su carta. Amo il digitale, ma non potrei rinunciare alla mia meravigliosa Moleskine. Ci disegno, ci annoto gli impegni e soprattutto, quando arrivano, ci intrappolo le idee. Non è male portare con sé un taccuino o un piccolo registratore, d’altronde le buone idee quando arrivano arrivano. Non vorremo lasciarle scappare no?

Le novità. Tutto quello che sentiamo nuovo stimola la nostra parte creativa, sia che si tratti di luoghi, di persone, di emozioni, esperienze e letture. Cimentarsi in un genere letterario nuovo, ad esempio, potrebbe essere una buona idea per scoprire aspetti di sé che non si conoscevano o per curiosare in stili nuovi. Ma la novità potrebbe essere rappresentata anche da un nuovo programma di video scrittura, da una nuova postazione lavoro o da nuova musica.

Incontri e scontri. Un buon modo per creare una collisione di idee è quella di incontrare colleghi e amici che affrontano i problemi in maniera diversa, che vedono il  mondo secondo un’altra prospettiva. Non che quella debba diventare anche la tua, ma potrebbe darti qualche spunto prima ignorato.

Idee vecchie fanno buon brodo. Ne abbiamo tutti, dentro un agendina, registrate, memorizzate, in attesa che sia il momento giusto per rispolverarle. Dietro un’idea vecchia, magari mai realizzata, si nascondono una marea di nuovi spunti.

E tu che ne pensi? Quando ti senti più creativo?

Buone letture: L’ozio come stile di vita.

Photo Credit: http://www.fastcompany.com/ – Mark Rohde

Di Claudia Zedda

Sono una scrittrice cagliaritana, web content, laureata in lettere moderne con indirizzo socio antropologico, ricercatrice indipendente e creativa cronica. Ho pubblicato due saggi tutti incentrati sulla tradizione sarda (Creature Fantastiche in Sardegna ed Est Antigoriu), un romanzo (L'Amuleto) e oltre ad esserefreelance.it gestisco il sito www.claudiazedda.it, www.bottegakreativa.it e www.koendi.it Visitali per conoscermi meglio!

3 commenti a “Always on: la creativita’ perduta”

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