Non c’è dubbio che sbagliare sia umano, ma solo gli esseri diabolici perseverano. Diabolici e stupidi, se perseverano sempre sugli stessi errori.

Ecco perché sono dell’opinione che ad un certo punto della propria carriera ogni freelance si debba prendere un attimo di pausa per passare in rassegna tutti gli errori commessi dai quali ci si è liberati e dai quali come è giusto che sia, si è imparato qualcosa.

 

Mi piace un po’ meno chiamarmi imprenditrice, eppure noi freelance siamo proprio questo, e se vogliamo che la nostra attività vada per il verso giusto, dobbiamo limitare all’osso gli errori. I più comuni? Almeno sei.

Caricarsi di troppo lavoro

Uno dei miei primi errori è stato proprio quello di caricarmi di troppo lavoro. Adoravo l’idea d’avere mille impegni e di sfoggiare un’agendina carica di scadenze, ed ero convita che il tempo a mia disposizione durante una giornata fosse infinito: beh, ti comunico una cosa, non è così! Per quanto ovvio, ci ho messo qualche mese per capire che a svolgere troppi lavori contemporaneamente rischiavo di svilupparli lentamente e soprattutto non soddisfacendo a pieno il cliente. Riletture troppo sbrigative di un pezzo non mi consentivano di individuare gli errori di battitura, e la stanchezza a fine giornata, non mi faceva godere a pieno una serata fra amici o in famiglia. Ho scoperto presto che il segreto per una buona carriera freelance non è la quantità di lavoro svolto, ma la qualità e soprattutto che un creativo deve prima di tutto scoprire il proprio ritmo ed in base a quello organizzare la giornata. Perseverare nell’errore potrebbe essere fatale per un freelance: i clienti parlano e quando ci viene appioppata la nomea di web content poco professionali diventa davvero difficile liberarsene.

Lavorare durante i week end

Siamo schiavi o freelance? Non avevo iniziato a far questo lavoro per organizzarmi le giornate come preferivo? In teoria sì, in pratica, agli inizi mi sono lasciata prendere la mano e quindi ero on 7 giorni su 7, e non c’erano festività che tenessero.

Ci ho messo più di un anno per  capire che senza staccare mai avrei ucciso la mia creatività e la mia passione per questo lavoro. Meglio tardi che mai!

Saper scegliere

Ci scelgono i clienti, o siamo noi a sceglierli? Un po’ entrambe le cose. Dobbiamo piacerci a vicenda. E per scegliere un cliente dobbiamo informarci sul suo conto, esattamente come lui si informa sul nostro. Come? Parlando con colleghi, navigando, frequentando i forum del settore. E se il cliente non ci piace? Semplice, basta imparare a dire: “no, grazie!”.

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Il giusto prezzo

Prima di dare un prezzo al tuo lavoro, prima di inviare un preventivo, prima di accettare un compenso che non ti convince pensaci bene. Inizio ad averne le tasche (sono una signora) piene di chi mi propone lavori da prestare gratuitamente o con compensi irrisori. Niente di strano che questi “clienti” esordiscano o chiudano dicendo che fanno parte di associazioni no profit e che cercano scrittori per passione. Siamo tutti appassionati, altrimenti non faremmo questo lavoro, quel che non dobbiamo mai dimenticare è che noi con questo lavoro ci paghiamo le bollette! Quindi fatti pagare il giusto!

Non dimenticare inoltre che il prezzo che farai dovrà essere comprensivo della ritenuta d’acconto o dell’iva. Quando fai un prezzo specifica sempre che sia al lordo o al netto della ritenuta.

Poco tempo per il self marketing

Per farci conoscere dobbiamo necessariamente promuoverci. Oggi è abbastanza facile grazie ai social network ed ai blog/siti personali, purtroppo però la promozione richiede tempo. Agli inizi pensavo fosse tempo buttato eppure presentarsi al mondo con un bel profilo linkedin, con una bella pagina facebook, con un curato spazio twitter o con un sito aggiornato, è tutta un’altra cosa.

Freelance con ufficio

Lavorare dove capita non è male, non all’inizio. Però quando gli impegni aumentano insieme alla necessità di concentrazione, avere un proprio ufficio e una propria scrivania aiuta. Pensare di non averne necessità per me è stato un errore. Per questo invidio tutti i miei colleghi che riescono a lavorare in caffetteria, in biblioteca, al mare. Ma dove la trovano la concentrazione?

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E tu?

Quali errori hai commesso agli esordi della tua carriera? Quali commetti ancora oggi?

Photo Credit: evotik

Di Claudia Zedda

Sono una scrittrice cagliaritana, web content, laureata in lettere moderne con indirizzo socio antropologico, ricercatrice indipendente e creativa cronica. Ho pubblicato due saggi tutti incentrati sulla tradizione sarda (Creature Fantastiche in Sardegna ed Est Antigoriu), un romanzo (L'Amuleto) e oltre ad esserefreelance.it gestisco il sito www.claudiazedda.it, www.bottegakreativa.it e www.koendi.it Visitali per conoscermi meglio!

12 commenti a “Freelance: 6 errori da evitare”
  1. Articolo interessante, come sempre 🙂
    Gli errori, almeno alcuni, sono inevitabili.
    Caricarsi di lavoro, visto il momento, è un errore invitante oserei dire!
    Il basso costo esiste e molti ne approfittano.
    Io cerco sempre di far valere la mia professionalità, poi se il cliente rifiuta pace, evidentemente non ha bisogno di professionisti 🙂
    Tu lavori in ufficio?
    Io ho il mio dentro casa, anche se a volte avrei bisogno di un luogo diverso!

  2. Grazie Beatrice 🙂
    Il mio ufficio è a casa, ma ho una stanza tutta per me e vivo e dentro il disordine che vige nello studio – stanza degli orrori, riesco a trovare “la pace interiore” 🙂 Prima lavoravo un pò dove capitava, e non sempre riuscivo a concentrarmi a dovere!

  3. Ciao Claudia. Ottimo articolo come sempre. Credo che un freelance difficilmente sopravvive con un solo cliente, quindi se poi gestisci più di un cliente, la suddivisione del “tempo di lavoro” dal “tempo libero” diviene inevitabilmente molto elastica e la linea di confine molto vaga. Sul discorso dei prezzi hai ragione, con la scusa della crisi manca poco che ti dicano che devi essere tu a pagare per poter scrivere per loro! In un gruppo di Linkedin mi sono sentito rispondere che un writer indiano lavora per 4 dollari l’ora… però poi non mi hanno saputo dire nulla riguardo alla qualità di ciò che produce! Altro errore da non fare: definire i termini di una prestazione “a voce”… tanto poi, al dunque, quello che ci siamo detti “a voce” non viene mai confermato. Mi piace leggerti… alla prox.

  4. Grazie Alessandro 🙂
    Un giorno pubblicherò le mail che mi vengono inviate ogni giorno con richieste di collaborazione “no profit” . Delle volte le cestino sorridendo, delle volte le ignoro, ma quando proprio sto sul nervosetto andante non posso che rispondere a tono. Ma dal dentista si va richiedendo una prestazione no profit?
    Ottimo consiglio il tuo. E’ sempre meglio definire gli accordi in via scritta ed essere particolarmente precisi sui dettagli.
    A prestissimo e buon inizio settimana!

  5. Articolo interessante, che solleva diverse questioni. Io comunque continuo a chiedermi piuttosto come fanno i miei colleghi a trovare lavori retribuiti…..lavori da freelance se ne trovano, ma al 99,99% non paga nessuno. Voi come fate?!? O sono io ad essere incapace?

  6. Ciao Eleonora. Tanto per cominciare grazie per essere passata da queste parti 🙂 Credo che lavori retribuiti se ne possano trovare frequentando i forum di settore e le community giuste. A questo proposito ho scritto qualche tempo fa un articolo pubblicato sul sito e mi impegno ufficialmente a scriverne un’altro! Il punto è piuttosto che non sempre la retribuzione equivale alla fatica impiegata… Ps. ecco l’articolo di cui parlo: https://www.esserefreelance.it/trovare-lavoro-con-i-forum/

  7. Bellissimo articolo, complimenti!
    Sono d’accordo con Eleonora,finora mi hanno contattato solo una casa editrice che mi pagherebbe gli articoli sul loro blog da un minimo di 1,20 euro a 2 euro massimo,se ne scrivo più di 30 al mese. Che ne pensi?
    Magari fossi oberata di lavoro, sono disoccupata da quasi 3 anni, lavorerei 7 giorni su 7!

  8. Ti ringrazio Oriana!
    Penso che questi vincoli non mi piacciono. Se ne scrivi 29? Non ti pagano? Inoltre il compenso a pezzo deve essere determinato in base alla lunghezza del testo richiesto e alla sua complessità! Valuta bene e naturalmente in bocca al lupo per tutto.

  9. Infatti non ho accettato, sono stufa di essere sfruttata, preferisco la mia condizione di disoccupata, non compro nulla, riduco tutto al minimo (sono bravissima in questo)e campo con dignità e serenità soprattutto.
    ti ho mandato una email,spero mi risponderai.

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